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Donegal: la terra dimenticata III

Oggi lo dedichiamo ad esplorare la Banagh Peninsula, il meteo non promette benissimo.
Sta per arrivare la Storm Barra (tempesta Barra) ma sappiamo che gli irlandesi si fanno prendere dal panico da tempesta per poco e restare in camera per un giorno rischia certamente di uccidermi!
Solo l’idea mi fa venire il prurito ai piedi.

Muckross Head

Okay, il cielo è bello, ma c’è un vento considerevole, devo puntellarmi per poter fare una foto che non sembri scattata da un ubriaco.

Muckross Head (Donegal)
Matteo sembra apprezzare Muckross Head

Per la cronaca è un vento che sta sui 50km/h, quindi se doveste trovare un vento superiore valutate l’ipotesi che possa letteralmente spostarvi.
Questa penisola è molto amata dagli arrampicatori.
E’ una falesia abbastanza insolita composta da una stratificazione orizzontale di arenaria intervallata da mudstones (non ho trovato una traduzione ma letteralmente sarebbe rocce fangose) che sono state erose più velocemente e che hanno prodotto i caratteristici strapiombi tanto amati dagli amici dalle mani manganose.

Killybegs

Percorrendo delle deliziose stradine arriviamo a Killybegs (Na Cealla Beaga), la città di pescatori più grande di tutta l’Irlanda! Detta così sembra enorme ma in realtà è tutto porto.
Il nome irlandese significa “piccole celle” e fa riferimento agli antichi insediamenti di monaci.
Mi piacerebbe tornarci in estate quando si tiene lo street festival per celebrare la pesca durante il quale vengono benedette le barche.

Celle dei monaci a Killybegs
Celle dei monaci
Tappeto di Donegal
Tappeto di Donegal

Mi sarebbe piaciuto anche vedere il telaio più grande d’Irlanda (prima alla Donegal Carpet Factory ma dal 2006 spostato al Maritime & Heritage Centre) ma purtroppo anche quel museo era chiuso.
Killybegs non è famosa solo per il porto ma anche per gli arazzi e i tappeti.
Pensate che questi tappeti, conosciuti come Donegals, vengono annodati a mano secondo lo stile turco e sono stati esportati un po’ ovunque: Buckingham Palace, la Casa Bianca e pure il Vaticano!
Alla fine mi sono consolata con un ottimo Fish & Chips al porto, è valsa la pensa fermarsi!
Prima di lasciare la città facciamo una piccola fermata alla ricerca di un geocache che ci porta da queste tre simpatiche casette ad alveare, quelle utilizzate dai primi monaci irlandesi.

Glengesh Pass

Glengesh Pass (Donegal)
Glengesh Pass

Questo tortuoso tratto di strada collega Glencolmcille ad Ardara.
Il nome Glengesh è antico quanto le leggende degli eroi irlandesi.
Il “geis” (o gesh) è una forma di tabù per la protezione del guerriero e vieta certe azioni: rompere il tabù porta disonore o anche la morte; possiamo pensarlo come un giuramento.
Quello che poteva succedere è che il guerriero venisse posto sotto due differenti giuramenti che potevano andare in conflitto tra loro.
Questo successe proprio a Cuchillain, uno dei più grandi eroi d’Irlanda.
Aveva giurato di non mangiare mai carne di cane e di accettare sempre l’ospitalità.
Una volta, indovinate un po’?
Una vecchia (secondo me era una strega e sapeva dei voti di Cuchillain) offrì al nostro eroe un pasto che conteneva carne di cane e lui dovette per forza mangiarlo.
Come potete immaginare non gli andò bene…

Lo scenario che vi trovate davanti è frutto del lavoro della natura ed ha ventimila anni.
In quell’epoca un’enorme calotta glaciale copriva la maggior parte dell’Irlanda.
Un ghiacciaio decise di spostarsi a valle portando dietro di sé rocce e detriti.
Ad oggi il fiume Glengesh continua infaticabile questo antico processo nello scolpire il paesaggio di fronte a voi.

Glengesh Pass

Assaranca Waterfall

Siamo fortunati perché con la pioggia che è venuta stanotte la cascata non langue, è in piena piena!
Vengono chiamate anche le Cascate di Ardara in quanto molto vicine alla città omonima, mentre il nome Assaranca significa la “cascata del grande topo”.
Sinceramente non ho visto topi e purtroppo sono a corto di irlandesi desiderosi di raccontarmi la storia.
Questa cascata si trova proprio lungo la strada ed ha un piccolo parcheggio quindi potete inserirla in qualsiasi itinerario come fermata veloce.
Ma veniamo al mio posto preferito della giornata, e per ora di Donegal…

Assaranca Waterfall
Assaranca Waterfall

Maghera Beach!

Avevo visto dalle foto su internet che prometteva bene.
Vedendola di persone, supera decisamente le mie aspettative.
Soprattuto perché una volta parcheggiata la macchina (in un parcheggio privato per cui chiedono 3€ d’estate, suppongo, visto che non c’è nessuno) ci si incammina in mezzo a dolci dune sabbiose ricoperte da soffici manti d’erba che ondeggiano al vento.
Alla fine delle dune troviamo però una mini tempesta di sabbia!
Guardate il video per farvi un’idea.


Mi sono sentita catapultata in un’avventura; io e Matteo, soli alla scoperta di una spiaggia sconosciuta.
Una tempesta ci sbarra il passaggio, ma noi lottiamo, mangiamo sabbia e superiamo la strozzatura per rimanere scioccati dalla bellezza del paesaggio.

Maghera Beach (Donegal)
Maghera Beach

Una spiaggia finissima e bianca, circondata da stupende rocce colorate.
Un mare burrascoso e un vento così forte da far volare la sabbia superficiale che crea un effetto “tessuto di seta” da togliere il fiato.
Siamo soli!
La spiaggia è nostra per oggi!

Parto ad esplorare le caverne ma la mia avventura è breve, una è piena d’acqua, un’altra finisce dopo poco e le altre sono bloccate dall’alta marea.
Ci sono ben 20 caverne, 8 archi e 5 tunnel quindi torneremo sicuramente per nuove esplorazioni!
Una volta tornati a casa ho scoperto un lato inquietante di questa spiaggia che potrebbe aver cambiato la mia esperienza (meno male l’ho scoperto dopo averla vista).

Il massacro alla spiaggia

Si racconta di un massacro avvenuto proprio su questa spiaggia; un massacro di persone della zona che si stavano probabilmente nascondendo dalle truppe di Cromwell.
Tuttavia la storia ci dice che le sue truppe non si sono mai avventurate così a nord.
E’ quindi improbabile che sia stato Cromwell, se tutto ciò è realmente avvenuto possono al più essere stati dei vichinghi.
Ad ogni modo la storia viene ancora tramandata oralmente, tanto che molti locali non amano venire in questa spiaggia per il senso di inquietudine che gli trasmette.
Si racconta di un unico sopravvissuto che, accompagnato dal suo cane, fuggì all’interno di una caverna continuando a strisciare nel buio e nell’umido, alla ricerca della libertà.
L’uomo non riuscì mai ad arrivare alla fine del tunnel ma il cane, dopo aver perso tutto il pelo, riemerse a Glencolumbkille (sempre nella contea di Donegal), a ben 20km di distanza dalla spiaggia!
Per completare la giornata, avendo ancora un briciolo di luce, siamo andati a Malin Beg dove ci sono tipo millemila gradini per raggiungere la spiaggia, ma ne vale la pena!

Malin Beg
Voglia di una passeggiata al chiaro di luna?

Buonanotte!

Se non sapete come siamo arrivati qua o cosa ne sarà di noi…eccovi i pulsanti.

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