Roosvelt Island
Anche oggi siamo partiti di buon’ora per andare a Roosvelt Island e porco cane fa bello freddo!
Mi si gela il nasino.
Dalla metro prendiamo la funivia che regala una meravigliosa vista sulle strade piene di auto, che affettano i grattacieli come coltelli.
Voliamo sul fiume e per la prima volta ci godiamo lo skyline di Manhattan dall’isola.
Sul marciapiedi c’è l’acqua ghiacciata e il cielo è limpido; qualche anatra che starnazza e i primi scoiattoli del nostro viaggio, sono due e davvero ciccioni. Mi sono emozionata, pensavo che non ne avrei visti altri, e non potevo sbagliarmi di più; ne avrei visti tantissimi.
Girottiamo tranquillamente in attesa che apra il parco dedicato proprio a Roosvelt.
Vicino all’ingresso ci sono i ruderi del vecchio ospedale psichiatrico dove mettevano anche i malati contagiosi per la quarantena.
Per me è tale e quale la casa di Batman.
Il memoriale è bello, spoglio e semplicissimo, un luogo perfetto per meditare lontano dalla frenesia della città.
Prima di rientrare passiamo dalla chiesetta dell’isola, ma è chiusa, uffi.
Allore torniamo alla funivia per dirigerci verso la Radio City Music Hall dove ci aspetta lo spettacolo delle Rockettes.
Le Rockettes
All’ingresso, superati i soliti controlli di sicurezza, ci godiamo la hall del teatro: immensa, calda e con un enorme candelabro, ma davvero enorme.
Andiamo ai nostri posti, la piccionaia, insieme ad un quintale di bambini.
Bambini che miracolosamente sono stati ineccepibili; nessuno ha rotto le scatole, infatti di italiani non ce ne erano.
Sarà un caso?
E’ stato bello osservarli prima dell’inizio dello show: c’erano tanti orientali insieme a quelli di colore e agli americani; sono ancora piuttosto divisi nei loro gruppetti ma c’è senza dubbio più integrazione rispetto all’Italia.
Lo spettacolo è magnifico, le ballerine sono un unico corpo e tutto il palco è motorizzato; l’atmosfera che si crea profuma della magia del Natale.
Le Rockettes nascono in Missouri nel 1925 e nel 1932 trovano la loro casa qua, alla Radio City Music Hall.
Sul palco si vedono 36 ballerine, tutte alte uguali e con gambe lunghissime; ma l’intera troupe è composta da più di 175 danzatrici!
Il nostro biglietto lo abbiamo pagato 60$, certo non è economico, però sono contenta di aver visto questo magnifico spettacolo.
Potete trovare i biglietti qui.
Corri Forrest, corri!
Ma guarda un po’, Times Square!
L’avevo anticipato che ci saremmo tornati più volte, oggi per andare a mangiare i gamberetti da Bubba Gump!
Devo dire che li immaginavo più grossi, invece sono come quelli che si trovano anche da noi; quelli impanati col cocco però sono una delizia.
La cameriera è gentilissima e, come fanno con tutti i tavoli, torna a metà pranzo per farci delle domande sul film.
Per ogni risposta corretta vinciamo una mentina!
Tra le domande ci fa quella sul punto in cui Forrest viene ferito in guerra; io non lo ricordavo ma Matteo sì ed ha risposto con “butt”; risposta per la quale è stato redarguito!
Ha detto che certe parole non si usano in un ristorante per famiglie, ops!
Sul tavolo troverete un cartello che dovete cambiare da “Run Forrest” a “Stop Forrest” quando volete chiamare la cameriera; che trovata simpatica!
Non è New York senza i Supereroi!
Finito il pranzo andiamo a Midtown Comics, la fumetteria più centrale della città, e anneghiamo in mezzo a tutti gli albetti americani. Che paradiso!
Ho chiesto al commesso con il mio pessimo, e aiutatemi a dire pessimo, inglese un fumetto in cui comparisse Stan Lee o nel quale venisse omaggiato, mi è stato detto che non esiste.
Adesso, sicuramente mi sono espressa male io.
E’ impossibile che non esista qualcosa del genere in memoria del creatore dei supereroi americani; colui il quale ha un cameo in ogni film di supereroi.
Cooooomunque, alla fine mi sono presa un albo a caso di Supermen e ce ne siamo usciti; non senza aver ammirato le bellissime action figure e cercato Rat-man, ma senza successo purtroppo.
Il Top of the Rock
Nel primo pomeriggio ho prenotato la visita sul Top of the Rock, uno dei tre punti panoramici della città il quale ha l’entrata fissata ad una certa ora.
Questa è la seconda attrazione del nostro Explorer Pass, ricordate di prenotare in anticipo lo slot, non potete arrivare ed entrare a piacimento.
Vi chiederete cosa ci sia di strano; nulla se sai dove andare!
Alla ricerca compulsiva del lato giusto del Rockefeller Center da cui si può accedere al Top of the Rock siamo arrivati giusto in tempo.
In questa città se sbagli lato di un palazzo rischi di metterci dieci minuti a tornare indietro!
Saliamo con un fighissimo ascensore al 70esimo piano, io non sono mai stata oltre il 10 di qualche albergo; ci mettiamo anche pochissimo!
Inoltre il soffitto dell’ascensore è dotato di schermo sul quale si susseguono immagini accompagnate da una musichetta per intrattenerti quei due minuti necessari alla salita.
Arrivati in cima è quasi l’ora del tramonto, manca ancora una mezz’oretta; la vista però è qualcosa di davvero unico.
Penso di aver fatto bene a scegliere questo punto perché volevo proprio ammirare l’Empire immerso nello skyline della città.
Se fossimo saliti sull’Empire avremmo certo avuto una migliore visuale di Lower Manhattan e magari del Ground Zero, però come prima esperienza secondo me è meglio il Top of the Rock.
Consiglio di Brachi: per una prima vista dall’alto di Manhattan andate al Top of the Rock!
Dietro di noi c’è Central Park con il suo immenso polmone verde e davanti tutti i grattaceli e il fiume. Purtroppo non possiamo uscire sul retro a fare le foto perché è tutto ghiacciato, mannaggia!
Dopo aver scattato qualche foto, circondati dai turisti e da tanti connazionali, è successo… è arrivata una breve tormenta di neve!
L’abbiamo vista scendere inesorabilmente da Harlem a coprire il parco fino ad avvolgerci.
Un momento stupendo!
In un attimo ci troviamo proprio dentro la nuvola di neve, con tutti i fiocchi che ci girano intorno, uno potrebbe pensare che sia un peccato ma per me non è davvero così.
C’è così tanto vento che basta avere un po’ di pazienza…
Tutto passa lasciandoci davanti agli occhi uno spettacolo davvero magico; okay il tramonto l’abbiamo perso ma in compenso abbiamo vinto lo skyline tutto imbiancato con le lucine di migliaia di finestre che fanno capolino nella neve.
Adoro la natura e la sua magia, ma non posso negare che quella vista mi resterà per sempre nel cuore.
All’uscita dal Rockefeller passiamo da Fao Schwarz, un famoso negozio di giocattoli che si vede anche nel film “Mamma ho riperso l’aereo”.
Mi sono divertita a farmi abbracciare da un orsacchiotto gigante, sbavare su centinaia di caramelle e guardare i commessi che illustrano tutti i vari nuovi giocattoli meccanici; dopotutto tra poco sarà Natale e c’è sempre qualcuno pronto a fare l’acquisto dell’ultimo minuto.
Alla fine ho preso un pupazzettino della statua della libertà per Elena, carino (e abbastanza economico); se fossi stata una bambina (ma in realtà ci sono rimasta male anche da adulta) non mi sarei mai potuta permettere nemmeno l’imbottitura di quei pupazzi visti i prezzi; ma chi li cuce?
I bambini orfani ciechi?
Per concludere la nostra giornata facciamo un’altra bella passeggiata fino al Crysler Building (quello di Will Smith in Man in Black 3 per intendersi) per ammirarne la hall; davvero davvero bella in pieno stile Art Déco.
Potete vedere l’ingresso tranquillamente durante le ore di apertura del palazzo.
Ufficialmente è stato costruito per ospitare la sede della Chrysler, ma indiscrezioni dicono che fosse un monumento personale a Walter P. Chrysler (costruito per se stesso insomma).
Dal 1929 al 1931 è stato il grattacielo più alto del mondo.
Da lì ci siamo fatti indicare dove andare per vedere il palazzo del vecchio Daily News dove si trova ancora il globo che stava all’ingresso del vecchio giornale e da cui hanno tratto ispirazione per il Daily Planet di Superman (scontato dire che ovviamente Metropolis in realtà è New York).
Macy’s e la pizza ad un dollaro
All’uscita andiamo a dare un’occhiata ai grandi magazzini Macy’s, un must per chi visita la Grande Mela ma di cui avrei fatto anche a meno devo dire.
Il motivo per cui ci siamo finiti è che stanno aperti fino a tardi e per non tornare all’albergo alle 7 abbiamo trovato il modo di passare il tempo.
Nel mentre ha riniziato a nevischiare ma non ce ne può fregare di meno, New York sotto la neve è troppo bella e siamo super super fortunati a vederla così; il trinomio New York+Natale+Neve non penso se lo possano permettere in tantissimi (a parte i newyorkesi ovvio).
Lungo la strada per Macy’s abbiamo beccato un buco dove facevano fette di pizza ad un dollaro e da quando siamo arrivati ci siamo riproposti che non potevamo andarcene senza assaggiarla.
Alla fine non è proprio margherita quanto una pizza al generico formaggio ma non è nemmeno malaccio, per un dollaro questo e altro; sarebbe la mia rovina se vivessi lì perché la mangerei di continuo visto il prezzo.
Arrivati da Macy’s abbiamo girottato un po’ per le scale mobili, tra le quali ci sono quelle in legno che ormai hanno ben 100 anni.
Consiglio di Barchi: anche se Macy’s non vi interessa fatevi un giro sulle scale centenarie.
Comunque in cima abbiamo trovato una sorpresa, un treno che riprende il Polar Express di Babbo Natale con annesso il villaggio.
Scopriamo che è possibile vedere Babbo Natale (anzi categoricamente Santa Claus in America e giustamente) ma bisogna prenotarsi online; me lo appunto, non si sa mai, può essere una cosa carina.
Un’altra cosa degna di nota di Macy’s sono le vetrine esterne, ecco quelle sono molto belle; ci sono giochi interattivi, una specie di karaoke, e alcune serie di vetrine che raccontano storie con pupazzi in movimento.
Lo stile è prettamente fanciullesco e forse un po’ stile cartone animato, molto diverso dalle vetrine di Harrods a Londra per intendersi, ma comunque bello bello.
Matteo ha giocato per esempio con un volante che usciva dalla vetrina e ti permetteva di spostare a destra e sinistra una macchinina e raccogliere i pacchi regalo che scendevano da uno schermo.
Tornati a casa ci siamo fatti i nostri noodles classici con zuppettina di miso e poi a lettuccio.
Corri Forrest, corri!
Se non sapete da dove siamo partiti e dove finiremo, cliccate qua sotto!
Bell’idea andare al negozio di giocattoli. Grazie del consiglio 🙂
Mi è anche venuta voglia di mangiare i gamberetti impanati col cocco
Grazie!!
I gamberetti sono proprio buoni, è stata una golosa sorpresa, non sapevo che si abbinano così bene al cocco.
Il negozio di giocattoli era un posto che davvero dovevo visitare dopo aver visto “Mamma ho riperso l’aereo” XD